In italia la cultura manageriale dedita al controllo e alla gestione rigida di tempi e spazi, è quello che frena una reale transizione allo smart working
Lo smart working è un’opportunità concreta per le aziende, il manager e i dipendenti delle imprese in Italia. Un’opportunità non sfruttata per la mancanza di un fattore fondamentale: la cultura manageriale. Il processo di cambiamento non può che partire dai decisori in azienda, i primi responsabili di creare tutte le condizioni, a fronte della disponibilità dei dipendenti a percorrere questa strada.
Il termine management deriva dalla locuzione latina manu agere che significa condurre per mano. Ma condurre che cosa? Cercando una definizione più puntuale, se ne ricava che il management è l’attività del manager volta al raggiungimento del profitto o ancora, il coordinamento e l’organizzazione delle attività di un’azienda allo scopo di raggiungere il profitto. Nota comune è quindi il profitto, il fine, ma ben poco si dice di come questo avvenga. Coordinamento, organizzazione e potere decisionale in merito alle risorse dell’azienda, ma se, come si dice, le aziende sono fatte di persone, le persone sono la prima risorsa che il manager si trova a gestire. E come ogni risorsa può essere gestita bene o male.
La mala gestione delle risorse umane è, secondo Dr. Travis Bradberry, autore di best seller sull'Intelligenza Emozionale, la principale ragione della fuga dei dipendenti dalle aziende. Non quindi aspettative salariali o ambizioni sconsiderate, ma l’incapacità dei manager di tenere in considerazione le esigenze dei dipendenti, il disinteresse nei confronti delle preferenze, delle passioni e della vita dei propri sottoposti. Fra queste, come sempre più chiaro dagli studi quale quello di Randstad Workmonitor, c’è il desiderio di gestire diversamente il proprio tempo, migliorando il work-life balance. Lo smart working è un’opportunità che 8 dipendenti su 10 vorrebbero percorrere per gestire con maggiore efficacia, il proprio tempo lavorativo. E gli studi dimostrano che effettivamente il lavoro agile, migliora la produttività dei dipendenti, oltre che incrementarne le competenze tecnologiche e di team-working per esempio. Una win-win situation. E allora perché i manager non sono tutti alla ricerca di smart-worker?
Il management aziendale in Italia, non è forse ancora pronto ad abbracciare una rivoluzione nella gestione delle risorse umane. Incapacità di valutare correttamente i benefici di una modalità di lavoro smart, incapacità di riconoscere fiducia ai lavoratori e renderli autonomi e indipendenti nello svolgimento delle loro mansioni lavorative; incompetenza sugli strumenti di gestione e collaborazione. Tirando le somme quello che manca è una cultura manageriale in grado di stare al passo con i tempi, l’innovazione e i nuovi strumenti a disposizione delle figure apicali in azienda. Quello che manca sono manager smart, per dipendenti smart.
Carismatico, pragmatico e, sempre più spesso, diplomatico. Ossessionato dall’ottimizzazione dei processi lavorativi per aziende e persone, è diventato un professionista dello Smart Working e della gestione del Team. Lo trovate sempre online su tutti i canali social, il suo tempismo di risposta non ha concorrenza.
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