Questo contenuto riprende l'originale, pubblicato su ITS Journal.
Poppi, Toscana — La valle del Casentino non è certo il primo luogo che viene in mente quando si parla di innovazione tecnologica. Incastonata tra foreste fitte e borghi medievali, è una terra più nota per abbazie e castelli che per sistemi satellitari o tecnologie di monitoraggio strutturale.
Eppure è proprio qui che due amici di lunga data, Paolo Mazzanti ed Emanuele Del Monte, hanno deciso di far nascere il Casentino Tech Hub Resilia, uno spazio in cui la tecnologia più avanzata incontra il ritmo lento e autentico dell’Italia rurale.
«Ci siamo conosciuti da ragazzi, giocando a calcio nel Casentino Calcio», racconta Paolo. «Anni dopo ci siamo ritrovati, non più sul campo, ma grazie alle nostre esperienze comuni nel guidare spin-off universitari».
Mazzanti, oggi professore di Rischi Geologici e Telerilevamento alla Sapienza di Roma, è co-fondatore di NHAZCA S.r.l. e di IntelligEarth S.r.l., aziende specializzate nel monitoraggio di frane e infrastrutture attraverso sistemi di remote sensing d’avanguardia.
Del Monte, ingegnere originario di Bibbiena, ha fondato S2R S.r.l., spin-off dell’Università di Firenze focalizzato sull’ingegneria strutturale e la mitigazione del rischio.
«Collaboravamo da anni su progetti legati alla riduzione del rischio sismico, prima in zona e poi in tutta Italia», ricorda Emanuele. «Le nostre strade continuavano a incrociarsi e l’idea di creare qualcosa insieme, qualcosa che restasse, ha iniziato a prendere forma».
Una visione condivisa e un edificio con una storia
Il primo passo concreto è arrivato quando Paolo ha chiamato Emanuele per mostrargli un vecchio edificio a Poppi, vicino alla piccola stazione ferroviaria.
«Era l’ex Consorzio Agrario del Casentino, un luogo che mi aveva sempre incuriosito», spiega Emanuele. «Aveva carattere e potenziale».
Nel giro di pochi mesi, i due — con alcuni colleghi — hanno acquistato la struttura, iniziando a dare forma all’idea.
Il risultato è Casentino Tech Hub Resilia (CTH Resilia), uno spazio ibrido con coworking, laboratori e una sala conferenze da 100 posti dedicata soprattutto a monitoraggio geotecnico, prevenzione del rischio e resilienza.
«Viaggio molto per lavoro, tra università e imprese», dice Paolo. «E immaginavo un luogo capace di ospitare workshop e conferenze come quelli di Roma o Washington, ma immerso nella natura. Uno spazio dove l’innovazione possa respirare. Un ponte tra l’uomo e il paesaggio, ispirato alla visione di Adriano Olivetti».
Resilia, il nome che racconta tutto
Il nome Resilia nasce dal lavoro congiunto dei team di NHAZCA e S2R.
«Lo abbiamo scelto perché richiama la resilienza, la capacità di adattarsi, affrontare le sfide, resistere e ripartire», spiega Emanuele. «Esattamente ciò che vogliamo dimostrare: creare qualcosa che prosperi proprio perché si trova in un’area remota».
Paolo annuisce:
«Per anni, parlando di rischio idrogeologico e prevenzione, mi ascoltavano in pochi. Ora, con i cambiamenti climatici, le infrastrutture che invecchiano e la fragilità evidente del pianeta, tutti capiscono quanto la resilienza sia cruciale. Resilia è la nostra risposta, scientifica e culturale».
Innovazione in una valle remota, ma autentica
Nei suoi 750 metri quadrati, CTH Resilia ospiterà:
- una sala conferenze multifunzionale da 100 posti
- 200 m² di spazi coworking e open innovation
- uffici dedicati alle due aziende fondatrici
- laboratori tecnologici per il monitoraggio strutturale e ambientale
Il progetto, complesso e lungo, è ormai vicino al traguardo. Con l’arrivo del 2026 è prevista l’inaugurazione ufficiale del Casentino Tech Hub.
«Le difficoltà non sono mancate tra burocrazia, inefficienze e la solita carta bollata», sorride Paolo. «Ma dopotutto ci chiamiamo Resilia: mollare non era un’opzione».
Oltre al focus scientifico e imprenditoriale, CTH Resilia aprirà le sue porte anche a digital nomad e professionisti da remoto in cerca di una Toscana autentica dove lavorare.
Gli spazi luminosi, moderni, affacciati sul castello medievale di Poppi, offriranno un equilibrio perfetto tra produttività e ispirazione.
Nel cuore del Parco delle Foreste Casentinesi, una delle riserve naturali più intatte d’Italia, il Hub permetterà di lavorare circondati da boschi, monasteri e borghi di pietra: un ambiente in cui la tecnologia incontra la tranquillità.
L’obiettivo rimane chiaro: dimostrare che le aree interne italiane possono diventare terreno fertile per l’innovazione.
«All’inizio avevo qualche dubbio», ammette Emanuele. «Costruire un tech hub in una valle lontana da autostrade e aeroporti non è semplice. Ma l’interesse delle istituzioni locali, delle scuole, della comunità imprenditoriale e del Parco ci ha convinti che fosse possibile».
Paolo aggiunge, divertito:
«Se la comunità continuerà a crederci, il Casentino potrà diventare la Davos della protezione ambientale e della resilienza delle infrastrutture. Sognare in grande non costa nulla… o quasi», ride.
Dal locale al globale
NHAZCA e S2R operano in Italia e nel mondo: dai grandi cantieri infrastrutturali fino al Tajikistan, agli Stati Uniti, all’India o al Marocco.
Eppure entrambi i fondatori restano profondamente legati alla loro terra.
«Usare il nome Casentino è stata una scelta voluta», dice Paolo. «Questa valle ci ha formati. È giusto che il suo nome viaggi per il mondo attraverso questa iniziativa».
La loro collaborazione non è solo impresa: è un’etica condivisa, che unisce rigore scientifico, senso del territorio e appartenenza.
«L’innovazione non è solo una questione di strumenti», conclude Paolo. «È creare ambienti — umani e fisici — in cui le persone possano pensare in modo diverso».
Il futuro dell’innovazione rurale
CTH Resilia è più di un edificio: è una dichiarazione d’intenti.
In un momento in cui il dibattito globale punta su sviluppo sostenibile, rafforzamento dei territori e resilienza tecnologica, progetti come questo offrono un nuovo modello: quello in cui rurale non significa arretrato, e in cui la conoscenza viaggia in entrambe le direzioni, dalle città alle valli, e ritorno.
«Se può farcela il Casentino», dice Emanuele, «possono riuscirci molte altre valli nel mondo. La chiave è la collaborazione tra scienza, comunità e territorio».
Nel chiarore dorato di un pomeriggio toscano, l’ex Consorzio Agrario brilla di una promessa di rinascita.
Forse il futuro dell’innovazione, dopotutto, rimbalzerà proprio dal cuore della campagna italiana.
Nota dell’Autore
Il Casentino Tech Hub Resilia (CTH Resilia) è un centro di tecnologia e innovazione in costruzione a Poppi, Toscana.
Fondato da NHAZCA S.r.l. e S2R S.r.l., ospiterà spazi di coworking, un centro conferenze e laboratori per ricerca applicata su resilienza, mitigazione del rischio e tecnologie sostenibili.
Apertura prevista: inizio 2026.
Maggiori informazioni: www.cth-resilia.com