Nel cuore della City londinese, tra grattacieli scintillanti e giacche su misura, si sta consumando una silenziosa ma profonda rivoluzione: il Regno Unito ha deciso di dichiarare guerra al bullismo, alle molestie e alle coperture che da troppo tempo minano il benessere nei luoghi di lavoro, soprattutto nel settore finanziario.
Una mossa destinata a fare scuola in Europa, ma che sta già facendo discutere.
Secondo quanto riportato dal Financial Times, la Financial Conduct Authority (FCA), autorità di vigilanza del settore finanziario britannico, ha annunciato una stretta sulle cosiddette “non-financial misconduct” — ovvero tutti quei comportamenti illeciti che, pur non toccando direttamente aspetti economici, compromettono la salute dell’ambiente di lavoro: molestie sessuali, razzismo, linguaggio offensivo, uso di droghe illegali e atteggiamenti degradanti.
A partire da settembre 2026, queste regole si estenderanno non solo alle banche ma a tutte le 37.000 imprese del comparto finanziario regolamentate dalla FCA. E le implicazioni sono significative.
Non solo chi sbaglia: nel mirino anche i manager che chiudono un occhio
Una delle novità più controverse è l’introduzione di una responsabilità indiretta per i dirigenti: i manager potranno essere ritenuti responsabili se non intervengono per prevenire o fermare comportamenti tossici all’interno dei team che supervisionano — anche se non ne erano consapevoli in modo diretto.
Una prospettiva che ha sollevato non poche perplessità tra i legali del settore. Christine Braamskamp, managing partner dello studio Jenner & Block, ha sottolineato come queste regole rischino di imporre un “fardello personale pesante” ai dirigenti, soprattutto in un contesto culturale in cui ciò che è offensivo può variare in base alla percezione soggettiva.
Addio ai silenzi forzati: nuove regole sugli accordi di riservatezza
Il governo ha anche introdotto modifiche alla legge sui diritti dei lavoratori: gli accordi di non divulgazione (NDA) non saranno più validi se utilizzati per zittire vittime di molestie o discriminazioni. Inoltre, anche i testimoni potranno denunciare gli abusi senza temere ripercussioni legali. Un cambio di passo importante, che promette di spezzare il muro dell’omertà.
Secondo i dati pubblicati dalla FCA, i casi di non-financial misconduct segnalati sono aumentati del 66% in due anni: da 4,2 incidenti ogni 1.000 dipendenti nel 2021 a 7,2 nel 2023. Eppure, il numero di NDA firmati nello stesso periodo è diminuito — segno di una crescente intolleranza verso pratiche opache.
Critiche politiche: “Missione fuori controllo”
Non tutti, però, applaudono la svolta. Alcuni esponenti politici conservatori hanno parlato di “mission creep” — ovvero un’espansione eccessiva del potere regolatorio, che rischierebbe di rallentare la crescita economica e trasformare le imprese in sorveglianti morali dei propri dipendenti.
Andrew Griffith, esponente di spicco del partito conservatore, ha criticato duramente la FCA su X (ex Twitter), definendo l’iniziativa “un esempio da manuale di eccesso regolamentare”. John Glen, ex ministro della City, ha ribadito l’importanza di contrastare le molestie, ma ha invitato l’autorità a concentrarsi sulle priorità economiche.
Ma la FCA risponde alle critiche con fermezza: “L’80% delle aziende che hanno partecipato alla consultazione ha sostenuto queste riforme”, ha dichiarato in una nota ufficiale. “Lasciare impuniti episodi di bullismo o molestie mina la cultura aziendale e può portare al fallimento delle imprese. Non si tratta solo di etica, ma anche di rischio gestionale e di fiducia nei mercati”.
Un cambiamento culturale in atto
Dietro alle norme, si intravede una trasformazione più profonda: quella culturale. Dopo l’ondata globale del movimento #MeToo, anche il settore finanziario britannico è stato scosso da casi clamorosi — come quello del fondatore del fondo Odey Asset Management, accusato di molestie. In quel caso, la FCA intervenne solo anni dopo, sanzionando la gestione interna della vicenda piuttosto che i comportamenti stessi.
“Ora la situazione è migliorata, ma c’è ancora molta strada da fare”, ha dichiarato un alto consulente della City. “Serve ricordare regolarmente cosa è accettabile e cosa no”.
Verso un modello europeo?
Le riforme britanniche potrebbero rappresentare un modello per altri Paesi europei, Italia inclusa. In un’epoca in cui la reputazione aziendale è tanto importante quanto i bilanci, garantire ambienti di lavoro sicuri, inclusivi e rispettosi è più che un dovere morale: è un investimento strategico.
E il messaggio è chiaro: nel mondo della finanza, non c’è più spazio per il silenzio.
Fonte: Financial Times, “Britain takes aim at office bullies and cover-ups”, Martin Arnold e Ashley Armstrong