Quando una multinazionale leader mondiale decide di accelerare sulla settimana corta, non è solo una questione di orari. È un messaggio strategico che guarda al futuro della manifattura italiana, al benessere dei lavoratori e alla competitività di un intero settore.
Con un nuovo accordo siglato il 9 settembre 2025 con Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, EssilorLuxottica ha scelto di estendere e consolidare un modello organizzativo già sperimentato con successo negli ultimi due anni: la settimana corta a parità di stipendio.
L’organizzazione
La formula è semplice, ma rivoluzionaria: a partire dal 1° gennaio 2026, i lavoratori di un primo sito produttivo in Italia avranno diritto a 20 giornate di riposo aggiuntive l’anno, generalmente i venerdì. In altre parole, 20 settimane a quattro giorni senza alcuna riduzione retributiva.
La misura non nasce dal nulla: era stata introdotta dall’integrativo aziendale 2024-2026 come test limitato, ed è stata accolta positivamente sia dai dipendenti sia dai sindacati. Ora il salto di scala segna una scelta chiara: trasformare il pilota in modello diffuso, con benefici misurabili sul bilanciamento vita-lavoro, sull’efficienza produttiva e persino sulla sostenibilità energetica.
Perché la settimana corta conviene
Secondo la nota ufficiale, l’investimento nel nuovo modello porterà a una migliore qualità del contributo individuale, senza intaccare l’eccellenza del Made in Italy. In un settore come quello dell’alto di gamma, dove precisione e artigianalità sono essenziali, il tempo dedicato al recupero diventa un fattore competitivo.
Meno giorni in fabbrica, se organizzati con processi ottimizzati, significano anche riduzione dei consumi energetici e maggiore attenzione all’ambiente. È un passaggio non secondario, che avvicina l’iniziativa a un discorso più ampio sulla responsabilità sociale d’impresa.
Progetti pilota e nuove frontiere
L’accordo non si ferma all’organizzazione del lavoro. Prevede infatti anche la possibilità di avviare progetti pilota per la produzione in Italia di componenti per dispositivi wearable, un settore in crescita che apre la strada a nuove opportunità occupazionali. Parallelamente, si lavorerà su percorsi di stabilizzazione a tempo indeterminato per i lavoratori coinvolti.
In questo modo, la settimana corta non si limita a “regalare venerdì liberi”: diventa parte integrante di una strategia industriale che guarda all’innovazione, alla sostenibilità e alla centralità delle persone.
Il ruolo dei sindacati
Non meno importante, il nuovo accordo punta a rendere più condivisa e partecipata la strategia industriale attraverso la revisione dei sistemi di incentivazione e premi di risultato. L’eccellenza produttiva, insomma, non sarà più solo un obiettivo dell’azienda, ma un valore co-costruito con i dipendenti.
Uno sguardo oltre i confini
EssilorLuxottica non è la prima azienda a sperimentare la settimana corta, ma la portata di questo annuncio è significativa. Se un colosso globale della manifattura di occhiali, con decine di stabilimenti in Italia, decide di puntare su questo modello, il segnale è chiaro: la settimana corta non è più un’utopia, ma una leva concreta di competitività.