Twitter riapre gli uffici ma lascia ai dipendenti la decisione di tornarci. Il colosso della new economy prospetta il lavoro in smart working per sempre.
Quando nel 2008 Barack Obama fu eletto Presidente degli Stati Uniti d'America, gli analisti politici si resero conto del ruolo che aveva giocato Twitter nella comunicazione del candidato. Una vera e propria campagna elettorale parallela. Da quel momento, ovunque nel mondo, i politici sarebbero stai più presenti sui social che nelle piazze.
Oggi Twitter, insieme al gruppo Facebook, Google e Apple costituisce uno dei "fantastici quattro" della Silicon Valley californiana. Anche a causa di questo colosso da 4.000 dipendenti, il mercato immobiliare a San Francisco è esploso e ha trascinato l'economia della Bay Area.
Con il Coronavirus e lo smart working forzato, dopo due mesi nel quartier generale al 1355 di Market Street, si sono accorti che non hanno perso di produttività. Così il boss Jack Dorsey, 44 anni - uno che in passato aveva già detto di non avere un ufficio e una scrivania ma solo un laptop e spazio nella mente - ha scritto una mail ai suoi collaboratori:
Noi riapriamo gli uffici, ma voi decidete se tornarci.
Ora viene da chiedersi se questa svolta culturale investirà anche l'Italia. Da noi il Politecnico di Milano stima che potenzialmente fino a 8 milioni di persone potrebbero lavorare in smart working. Tra l'altro, dal 2017, abbiamo una normativa moderna e un numero crescente di personale impiegato in "modalità agile".
Cosa manca?
Lo ripetiamo sempre: una cultura del management che dove imparare a gestire un team da remoto. Il cambiamento è basato su fiducia, meritocrazia e analisi dei risultati di collaboratori che lavorano per obiettivi.
Ma il Covid-19, abbinato alla diffusione della tecnologia e connessione internet veloce molto più capillare, potrebbe far compiere il famoso passo per varcare il punto di non ritorno.
Vedremo. Nel frattempo, se ambite a lavorare da casa in eterno, a questo link potete provare a inviare il vostro curriculum a Twitter!
Articolo di Francesco Sani
Classe 1979, è giornalista pubblicista e ha un master in Sociologia. Direttore Responsabile del magazine, gli piace studiare i cambiamenti della società a causa dell'economia 2.0, le tecnologie digitali e il futuro del lavoro. Scrive e ha scritto per Firenze Urban Lifestyle, Il Fatto Quotidiano, Artribune, Millionaire e Rivista Contrasti.
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